Questa sezione del sito dell'Orchestra Harmonie è dedicata al grande pubblico della musica classica. Riportiamo alcune curiosità del mondo della musica, le risposte ad alcune domande inviateci e qualche articolo d'interesse musicale.
Chi volesse farci delle domande che riguardano argomenti quali gli strumenti dell'orchestra (archi, fiati e percussioni), l'orchestrazione, la direzione d'orchestra, la didattica strumentale rivolta alla cultura del suonare in modo ''sinfonico'' e sui brani della grande musica suonata dall'Orchestra Harmonie, può scriverci a:
vi risponderemo con grande piacere.
Ho notato che l'Orchestra Harmonie esegue musiche originali per pianoforte in alcuni dei suoi programmi. Potreste dirmi una parola al riguardo ? C. A., marzo 2008
Lei tocca un argomento molto interessante, le daremo una risposta citando numerosi esempi di grandi compositori. Certamente il repertorio di Harmonie comprende anche orchestrazioni di brani per pianoforte. L'idea è quella di portare qualche novità nei programmi, restando comunque legati ai grandi compositori. Vorrei ricordare che i compositori spesso realizzano più versioni di uno stesso brano. Per esempio, Debussy scrisse La plus que lente e Berceuse héroïque per pianoforte e poi le riscrisse per orchestra. Children's Corner fu orchestrato da A. Caplet, presumibilmente con il beneplacito dell'autore, dato che alla prima esecuzione orchestrale fu Debussy stesso a dirigere l'orchestra. Debussy orchestrò due delle Trois Gymnopédies di Satie. Ravel orchestrò 2 brani di Debussy: Danse e Sarabande. Se poi volessimo parlare della musica di Ravel ... ben 8 dei suoi brani orchestrali furono prima scritti per pianoforte : Menuet antique, Pavane, Une barque sur l'océan, Valses nobles et sentimentales, Le Tombeau de Couperin, Habanera (per 2 pianoforti), Ma mére l'Oye (per pianoforte a 4 mani) e La Valse. Chi potrebbe dire che sono ''originali'' per pianoforte ? Lo stesso succede con brani di Bizet, Borodin, Brahms, Dvořák, Liszt, Prokofiev, Milhaud e molti altri grandi autori. E non parliamo delle partiture orchestrali che per mano degli stessi autori diventano formidabili pezzi pianistici come Petruška di Stravinsky e la Danza Ritual del Fuego di De Falla.
Sono una studentessa del conservatorio. Sono stata sorpresa dalla sonorità dell'Orchestra Harmonie. Come arrivate ad ottenere una fusione dei timbri così equilibrata ? M. E., Verona, maggio 2008
Contrariamente a ciò che si crede, il suono che Lei ha percepito non è creato esclusivamente dai musicisti e dal gesto del direttore nei concerti. Durante le prove l'Orchestra Harmonie si prefigge di suonare ''in modo sinfonico'', avendo cura che tutti gli strumenti dialoghino tra di loro in perfetta armonia, senza che nessuno dei gruppi orchestrali (legni, archi, corni e gli altri ottoni) sovrasti gli altri. La qualità delle musiche proposte e l'accuratezza delle orchestrazioni utilizzate fanno il resto.
Molte volte mi chiedo, qual'è la differenza tra le prove e il concerto, dato che una compagine orchestrale formata da professionisti non ha certamente bisogno di provare e riprovare i brani che deve eseguire ? C. Z., Villafranca (VR), giugno 2008.
Le prove non servono per 'imparare' i brani o per 'mettere insieme' i diversi gruppi di strumenti che costituiscono un'orchestra. Potremmo dire che la prova è come un 'laboratorio' dove si crea (o se vogliamo si ricrea) ogni brano musicale. In un certo senso, malgrado l'opinione diffusa tra i musicisti che esaltano il concerto o l'esibizione in pubblico, le prove sono molto interessanti perchè permettono ai musicisti di inserire il suono del proprio strumento nella sonorità globale dell'orchestra. È proprio questa la funzione delle prove: abituarsi a suonare con gli altri strumenti per costruire un suono omogeneo. Questo si può ottenere quando ogni strumentista prova regolarmente e ha la capacità di dosare il proprio suono in base alle esigenze del direttore.
Sono un compositore di musica contemporanea. Vorrei sottoporvi una mia composizione. Avete tutte le percussioni che si usano nella musica sinfonica ? C. P., Siena, dicembre 2008
L'Orchestra Harmonie ha a disposizione tutti gli strumenti a percussione necessari per eseguire la musica classica. Fino ad oggi le partiture eseguite da noi hanno richiesto i seguenti:
Ovviamente, conforme ai nostri programmi, in futuro ne utilizzeremo altri. Per quanto riguarda il suo brano, è essenziale sapere per quale organico è orchestrato e la durata. Se Lei desidera può inviarci la sua partitura in visione.
Sono diplomato in clarinetto a L'Aquila e abito da poco a Verona. Dato che sono impegnato con il mio lavoro non so se potrò dare completa disponibilità per suonare. Vedendo il tipo di brani che fate mi rendo conto che per far parte della Vostra orchestra è richiesto un livello molto alto. Esistono altre formazioni a Verona che possano dare soddisfazione a un diplomato come me ? L. D., Verona, gennaio 2009
Lei ha le idee un po' confuse. In tutte le formazioni musicali formate da professionisti il livello è molto alto. Ciò che distingue una orchestra dall'altra è la qualità del suono, ovvero sia la continuità del lavoro fatto prova dopo prova con un direttore stabile e con elementi stabili. Quando invece parla di avere ''soddisfazione'', questo dipende da Lei. C'è chi vuole sentirsi dire ''Bravo !'' e chi invece è più elastico e accetta i diversi suggerimenti interpretativi. Noi siamo convinti che la bravura consiste proprio in questo: possedere la tecnica di uno strumento per poter avere la capacità di cambiare il modo di suonare a seconda delle esigenze dell'interprete (che nel caso della musica sinfonica è il direttore d'orchestra). Certamente Lei può andare a suonare in un gruppo, classico o pop che sia, dove le sue note sono fatte da molti altri strumenti (e dove, di conseguenza, la presenza alle prove è secondaria). Scelga bene !
Sono uno studente di fagotto e volevo sapere come si può riuscire ad avere una continuità del suono, in modo tale che le varie note sembrino legate in un certo senso perchè appartenenti allo stesso fiato, cioè in poche parole credo che la mia domanda si riduca al semplice quesito di quale sia il modo per riuscire a fraseggiare bene. A. A., Verona, agosto 2009
La cosa più importante è capire che l'aria produce le note, indipendentemente dal modo in cui si emettono i suoni, quindi, il modo in cui iniziano i suoni non deve essere fuorviante, nel senso che non deve farci pensare che ogni volta che inizia un suono la colonna d'aria debba iniziare da capo il suo percorso. Per la prima nota di una frase il ragionamento è valido ma tutte le altre vanno intese, e di conseguenza eseguite, come se la colonna d'aria non si interrompesse. Da qui l'importanza della spontaneità della produzione del suono (nel senso che le ance devono vibrare in modo 'naturale' senza che ci sia uno sforzo o una volontà) e la comprensione del fraseggio musicale, che permette di conoscere le interpunzioni del discorso musicale per non suonare le note meccanicamente e dare un senso musicale compiuto: unendo o separando i suoni conforme alla forma delle frasi.
Facendo una ricerca in rete mi sono imbattuto nel vostro articolo riguardo l'orchestrazione e, dato che è un po' che sono alla ricerca di approfondimenti circa l'argomento vorrei chiedervi se poteste gettarmi un po' di luce su una cosa in particolare.
Chiunque sia abituato a suonare e comporre per mezzo di una tastiera in genere se la cava con degli accordi e delle melodie che suona avvalendosi del classico suono strings (con le tastiere più attrezzate oppure con il migliore suono strings che si può trovare nei virtual instruments più ricercati). Cosa succederebbe nel momento in cui quegli stessi accordi e quella stessa melodia, che spesso interagiscono tra loro, volessi adattarli all'esecuzione di un'ORCHESTRA D'ARCHI o più semplicemente di un QUARTETTO D'ARCHI? Come si distribuirà l'armonia e la melodia sui quattro strumenti dell'ensemble da camera?
Mi sono soffermato sugli archi poichè sono la famiglia a cui ricorro più di frequente e, anche se molte volte fanno semplicemente da contorno a un'esecuzione di PIANOFORTE, vorrei abituarmi a pensarli suonati da quattro strumenti come in realtà succede.
Spero possiate essermi ulteriormente d'aiuto come in parte lo è stato il vostro articolo. Grazie ancora! Sergio, Vercelli, febbraio 2010
Nel nostro archivio possediamo molte orchestrazioni per fiati, archi e percussioni (la classica orchestra sinfonica o da camera) di brani classici (intendo dire compositori che scrissero per pianoforte, per pianoforte a 4 mani o per un altro tipo di organico, per esempio Chopin, Debussy, Albéniz e Prokofiev), brani tratti da films (per esempio Henry Mancini, Elmer Bernstein e Nino Rota), brani di musica pop (per esempio Tito Puente, Édith Piaf, Chico Buarque e Lalo Schifrin) e molte altre musiche che comprendono anche orchestrazioni di tango (quello vero, del periodo d'oro della orquesta típica argentina). Detto questo ci permetta di dire che innanzitutto, prima ancora di orchestrare è importantissima la scelta dei brani, intendo dire la qualità della composizione che, semplice o complessa (come tutta la grande musica), acquisti, attraverso la veste orchestrale, una nuova dimensione senza ''desvirtuar'' (bisogna cercare un sinonimo in italiano) l'originale.
La caratteristica degli archi è l'omogeneità del suono nei diversi registri (in genere, ma soprattutto se li paragoniamo ai fiati, nei quali il registro -grave, medio o acuto- determina il peso sonoro) e la scrittura in note reali (ad eccezione del contrabbasso). In un certo senso questo semplifica il lavoro: nei due casi che Lei chiede -la linea melodica e l'armonia- è importante decidere se affidarle a uno dei gruppi (Viol. I, Viol. II Viole, Celli, Contrabbassi) o a tutti. La disposizione classica non prevede sovrapposizioni tra i gruppi ma in casi particolari si può fare. Per es. una linea melodica affidata alle viole o ai violoncelli, nelle quale questi strumenti suonano in un registro più acuto rispetto i Viol. I e II.
La linea melodica: gli archi potrebbero suonarla come in un tutti, in varie ottave (con o senza i contrabbassi) oppure, estensione permettendo, all'unisono (Viol. I, Viol. II, Viole e Celli). Come diremo nel prossimo paragrafo, niente è obbligatorio, per esempio, in un brano per pianoforte ed archi la linea melodica potrebbe essere affidata soltanto in una frase ai Viol. I.
Una scelta importante, nell'armonia: quando fare suonare i contrabbassi insieme ai violoncelli (non è una questione di raddoppiare all'8va. grave, come qualcuno direbbe in modo semplicistico, ma si tratta di aggiungere densità al tessuto sonoro), quando farli tacere (lasciando soltanto i violoncelli ad eseguire il basso dell'armonia) e quando affidare loro una parte indipendente rispetto ai violoncelli. Nessuna di queste 3 opzioni è obbligata: dipende dal brano, dalla sua struttura (formale e armonica) e nemmeno è necessario utilizzare le 3 opzioni in ogni brano. Come Lei vede, le decisioni, il gusto dell'orchestratore sono sovrani. Siamo del parere che per non incorrere in scelte arbitrarie è fondamentale non perdere di vista la versione originale.
Un'ultima cosa, nel caso dei brani per pianoforte e archi il registro in cui suonano gli archi deve essere consono a ciò che esegue il pianoforte. È proprio qui che il suono strings può essere fuorviante: si deve scegliere il registro in cui si muovono gli archi in base alla parte che esegue il pianoforte: intendo dire che nell'orchestrare dobbiamo pensare se vogliamo che in un dato momento gli archi siano (rispetto al pianoforte) uno sfondo, una parte pari al solista o, in un dato periodo del pezzo, che il pianoforte stesso sia uno sfondo degli archi.
Salve, sono emiliano (dell'Emilia) e vivo a Verona. Svolgo un grigio lavoro (lontano dalla mia laurea, purtroppo). Una delle mie passioni è la musica, oltre al cinema e le arti in generale. Tutti i fine settimana vado sentire un concerto: ascolto diversi generi musicali ma la classica è il mio preferito. In genere vado a sentire la Fondazione Arena di Verona, I Virtuosi Italiani, l'Orchestra Città di Verona, e senz'altro, l'Orchestra Harmonie. L'ultima volta ho avuto la fortuna di essere presente a un Vs. bel concerto nel rodighino. Sono davvero rimasto colpito dalla vostra bell'orchestra e volevo felicitare tutti (solisti, orchestra e direttore) per il Vs. concerto e la Vs. professionalità, malgrado la giovane età di molti dei musicisti. Grazie della Vs. musica.
Porgo l'occasione per farvi un paio di domande:
Dato che io vi ho già sentito altre volte e ho potuto apprezzare il continuo evolversi della scelta delle musiche e delle forze strumentali, vi chiedo come siete riusciti finalmente a diventare un orchestra con archi, ecc. e come fate ad avere sempre ''versioni'' di brani che nessun orchestra esegue ? L'elenco sarebbe lungo ma io ho sentito le vostre versioni di WHITE CHRISTMAS, ADESTE FIDELES, OBLIVION, ADIOS NONINO (con un ottimo clarinetto solista), una sfolgorante (e diabolica, se permettete) versione della RAPSODIA UNGHERESE di Liszt, CLAIR DE LUNE di Debussy, l'incredibilmente difficile TOCCATA E FUGA in re minore di Bach e tante altre cose che ora non ricordo e dovrei andare a cercare sui programmi, se ce li avessi ancora. L'ultima che ho sentito è quel VALZER PER CEMBALO di Verdi, utilizzato anche come musica da film. B. N., Verona, ottobre 2013
Riguardo alle sue domande le rispondo che il passagio da orchestra di fiati a orchestra è stato molto naturale, dato che la natura stessa delle orchestrazioni, che io personalmente curo, faceva che tutte le nostre esecuzioni fossero piene di sfumature timbriche e dinamiche come si addirebbe ad un orchestra completa. A tal proposito voglio sottolineare che non basta possedere tutti gli strumenti ma è necessario che i brani siano orchestrati in modo che i diversi timbri strumentali siano messi in rilievo o siano equilibrati tra di loro. A questi due aspetti dobbiamo aggiungere anche la qualità, la raffinatezza e, se vogliamo dirlo con un termine 'non musicale' l'educazione nel modo di suonare.
Quindi, approfittando del fatto che alcuni elementi non si erano più resi disponibili, altri avevano dato priorità ad altre attività musicali e non, ed altri infine sono stati tralasciati del tutto, si è completata l'orchestra con l'arrivo di Violini I, Violini II, Viole, Violoncelli e Contrabbassi. Quindi il ruolo dei legni e dei corni è stato un po' ridimensionato e la parte degli altri ottoni è diventata ancora meno importante di prima. La parte dei timpani e delle percussioni è rimasta sostanzialmente inalterata.
Nella lista di brani che Lei enumera voglio citare anch'io un brano: l'orchestrazione della Sonata Al chiaro di Luna di Beethoven, che è stata realizzata da Alessandro Fusaro. Tutte le altre orchestrazioni sono firmate da me. Ringrazio da parte mia e dell'Orchestra Harmonie i suoi complimenti. Verona, effettivamente, è una città ricca musicalmente, e una buona parte delle sue risorse le utilizza per sostentare gli eventi musicali. Anche l'Orchestra Harmonie da un piccolo contributo perchè questo sia possibile.
Sono rimasto molto affascinato dal Suo articolo riguardante l'orchestrazione, trovato per caso su internet. Io sono un pianista siracusano da poco diplomato ed appassionato di musica di tutti i generi, purchè fatta bene.
Vengo subito al mio quesito: mi è stato proposto di trascrivere le parti orchestrali presenti nella seconda parte dell'album dei Pink Floyd ''The Wall''; in particolare mi stuzzica ma al tempo stesso m'impaurisce il penultimo brano ''The Trial''. Lei come mi consiglia di procedere ? C'è una prassi particolare da seguire ?
Come può notare, è la prima volta che mi cimento in questo campo. Ho spesso trascritto brani per tastiere e pianoforte (penso di avere un buon orecchio) ma mai per fiati o archi.
Grazie mille e congratulazioni vivissime per il Suo prezioso contributo alla Musica. Ivan Ricciardi, Siracusa, ottobre 2014
La ringrazio della sua gentile mail. Le consiglio un possibile piano d'azione per la '''desgrabación'' che Lei si propone di fare: 1) Trascriva ciò che sente della registrazione originale su una partitura condensata (short score). Il numero di righe sarà uguale a: una o due righe per le voci + un doppio pentagramma per i fiati + un doppio pentagramma per gli archi (posto che ci siano strumenti acuti e gravi per entrambe le famiglie strumentali). Il numero delle righe lo determina quali strumenti vengono usati nell'incisione. Se gli archi sono soltanto violini basterà una riga soltanto, per ciò che concerne gli archi. Se a coadiuvare le voci è una vera orchestra sinfonica le righe saranno di più. Questa partitura diventa la base sulla quale realizzare l'orchestrazione del brano, trascurando, a questo punto le eventuali edizioni per canto e pianoforte, che sono una semplificazione (nel senso nobile del termine) della scrittura musicale (agogica, tipo di misura, dinamica, articolazione, ecc.), qualche volta perfino la forma è abbreviata. 2) Dopo il lavoro fondamentale della prima fase si procede all'orchestrazione scrivendo la partitura completa (full score) per l'organico desiderato.
Due ultime raccomandazioni: tenga presente che la progressive music non ha radici soltanto nella musica classica, quindi non sia severo nel giudicare il percorso armonico del brano. In un brano destinato alle voci, queste sono la cosa più importante, testo compreso, e ancora di più se, come nelle musiche da Lei scelte, la destinazione è il teatro.
Abito in provincia di Firenze e insegno violino e viola in una scuola privata. Anche se immagino di cosa si tratta vorrei chiedervi: Cosa intendete per 'cultura del suonare in modo sinfonico' e in che modo coinvolge la didattica strumentale ? Mi interesserebbe sapere la vostra opinione sulla scuola pubblica musicale. C. G., ... (FI), dicembre 2015
La ''cultura del suonare in modo sinfonico'' deve essere coltivata dai primi anni di scuola musicale. È un modo di suonare nel quale gli strumenti si bilanciano perfettamente tra di loro: richiede un'elasticità di suono e un ascolto sensibilissimo da parte di ogni singolo strumentista. Il concetto è applicabile sia alla musica da camera che alla grande orchestra sinfonica. Per poter realizzare questo tipo di suono occorre un musicista che ascolti ''dall'esterno'' (nel caso di un'orchestra è il direttore) e suggerisca il modo di suonare. La didattica strumentale è fondamentale per poter arrivare a suonare veramente come parte di un insieme: ovviamente non mi riferisco al suonare intonati e ritmicamente insieme agli altri strumenti, questa è una conditio sine qua non, sto parlando di suonare l'armonia, i contrappunti e le voci interne (non soltanto assoli o parti virtuosistiche) di una composizione ascoltando gli altri esecutori, dosando la dinamica e regolando l'intonazione in base all'armonia risultante dall'insieme. Certamente per ottenere la ''cultura del suonare in modo sinfonico'' è necessario che le parti di ogni strumento siano scritte ad arte e coordinate tra di loro a seconda dello spessore sonoro dei diversi strumenti. Soltanto in questo caso il risultato sonoro potrà avere valenza artistica. Lo stesso succede con i laboratori corali: cantare a cappella, implica non soltanto la concertazione dei brani scelti, ma un lavoro rivolto alla massima perfezione dell'intonazione e all'utilizzo della vocalità consona allo stile dei compositori affrontati.
Negli anni passati e anche nel presente ho fatto studiare musiche di molti compositori nei laboratori orchestrali della scuola. Cito gli autori classici: Brahms, Grieg, J. Strauss, Albéniz, Couperin, Charpentier, Borodin, Bizet, Weill, Lehár, Orff, Ponchielli, Gershwin, Chopin, Beethoven, Haydn, Debussy, Purcell, Gounod e Tchaikovsky. Con questo non intendo dire che la musica classica sia l'unica strada percorribile per la didattica. Un semplice brano di 18 misure, ad esempio Stille Nacht !, se orchestrato bene e suonato con garbo produce una sonorità ''sinfonica'', un senso di armonia tra tutti gli strumenti utilizzati. Un brano classico, ammesso che sia orchestrato bene (nel rispetto degli strumenti prescritti dall'autore) se eseguito in modo approssimativo, non produrrà nessuna sonorità artistica. Per poter eseguire vera musica è necessario che l'orchestrazione sia ottima e che i musicisti suonino ascoltandosi tra di loro per poter intonare e dosare il proprio suono.
Per quanto riguarda il suo secondo quesito si dovrebbe dire semplicemente 'scuola musicale', pubblica o privata che sia. Le risparmio la cronistoria del triste passaggio con il quale, qualche anno fa, si è resa equivalente l'anzianità di servizio nel privato con quella del pubblico, con il conseguente sconvolgimento di tutte le graduatorie di merito. Tornando alla situazione odierna, questi sono tempi di crisi economica profonda che immancabilmente si ripercuote sulla scuola. Il prossimo anno in parte si regolarizzerà tutto mediante il concorso pubblico per titoli ed esami: soltanto in quel momento sarà chiaro per tutti cosa si insegna e cosa si valuta. Per restare sugli argomenti musicali diciamo che
- le scuole medie ad indirizzo musicale hanno il compito di fornire le basi
- i licei musicali devono portare gli studenti oltre le basi perchè possano poi iniziare lo studio che abilita alla professione musicale
- i conservatori sono l'inizio dello studio che abilita alla professione musicale
Gli stadi sono differenti e non vanno sovrapposti o scambiati. Il conservatorio come istituzione fa da garante del livello in entrata, in itinere e in uscita, questo è un passaggio fondamentale.
Lo studente di musica, tra le altre discipline musicali e non, deve progredire in ognuno di questi campi che richiedono l'apprendimento di competenze diverse:
- nelle lezioni di solfeggio (cantato) lo studente viene valutato a seconda dell'intonazione e della lettura musicale.
- nelle lezioni di strumento (o di canto) lo studente viene valutato per come suona (o come canta).
- nelle lezioni di musica da camera lo studente viene valutato da come interagisce musicalmente con gli altri strumenti o voci e dalla sua capacità di seguire le indicazioni dell'insegnante.
- nelle lezioni del laboratorio orchestrale (o corale) lo studente viene valutato da come interagisce musicalmente con il resto dell'orchestra (o del coro) e dalla sua capacità di seguire le indicazioni (gestuali e verbali) del direttore.
Tutto il percorso di apprendimento, dalla A alla Z, è strutturato, manca soltanto qualche ulteriore perfezionamento per evitare che alunni principianti, intermedi e avanzati si trovino ad affrontare uno stesso percorso di studi rendendo impossibile anche una valutazione adeguata degli apprendimenti.